Non è parlando
dei massimi sistemi,
che l'accanimento perverso
che mi attacca e m'attenta,
d'improvviso scompare.
Ci vuole qualcosa
di diverso:
Una fiamma che bruci
i veleni
della malvagità e dell'inganno;
un sole che disgeli
le freddezze
delle ipocrisie;
il piacere generoso
di una spregiudicata
amante.
Forse, non è neanche questo
che potrà sciogliermi
dalle avversità.
Nelle mie stagioni
non vedo che inverni
che dettano il lessico
mesto della desolazione
Forse è rigenerando
l'amore per la vita,
che potrò
staccare
il biglietto, e partire
per una città
che non c'è...
da inventare.
Una città da vivere
con bontà ed armonia....
1 commento:
Bellissima poesia che tocca il tema delle relazioni umane, oggi in crisi; perchè pervase dall'edonismo e dal rifiuto dell'altruismo.. Il mesto lessico della desolazione è il disagio a cui va incontro l'umanità della solitudine.Bene la città da inventare, in cui prevalga il valore della bontà.Ciao Pina53,da Senigallia
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