sabato 21 dicembre 2013

2013: un anno opaco. Occorre cambiare!

L'anno che si avvia a conclusione, può essere archiviato tra i più negativi della nostra storia repubblicana. Non c'è stato lo scatto, tanto auspicato, verso la ripresa. Non vi sono state iniziative politiche capaci di modificare e bonificare gli assetti del sistema istituzionale. Lo Stato è una macchina lenta ed elefantiaca, che produce tassazioni feroci ed inarrestabili sorgenti di spesa pubblica, inutile e, talvolta,priva di ogni etica.La classe politica è avvitata su se stessa e non riesce a compiere scelte innovative. E' tutto un groviglio di insensatezze quello che si instaura, attraverso mistificazioni propagandistiche, tra paese reale e paese legale,La verità è che il cittadino è sempre più abbandonato a se stesso: ha molti obblighi fiscali e pochissimi vantaggi in termini di efficienza. I servizi pubblici sono molto scadenti. Sono strumenti utilizzati dalle clientele partitiche per raggiungere obiettivi legati ad un consenso elettorale sganciato dalla meritocrazia.L'affastellamento di competenze ripetitive tra amministrazioni centrali ed enti locali è fonte di provvedimenti dilatori, che bloccano l'esecuzione di opere pubbliche,  fiaccando ulteriormente l'economia. E' una triste fiera di incompiute questo nostro paese. E' un ventre molle gonfio di improduttività burocratiche,
L'UE,peraltro, ha reso più farraginoso il sistema statuale, costituendo una sovrastruttura alienante, che sottrae valore al pil, con politiche di austerità ed impoverimento.
L'Europa germanocentrica ha spinto le nazioni mediterranee dell'eurozona, nel tunnel della recessione, ignorando ogni forma di integrazione solidaristica ed egualitaria.Insomma non si intravedono incoraggianti spiragli nelle scelte comunitarie. Ci sono solo proteste molto bisbigliate da parte dei governi delle nazioni  disagiate, per non creare eccessivi disturbi alla potenza economica tedesca.
La situazione economica e sociale è davvero un rebus che non si riesce a decodificare.Economisti e statisti del vecchio continente si consumano il cervello per evitare il default, ma finora la formula anticrisi non ha funzionato.
In Italia "finalmente" si è scoperto che i guai politici dipendono dal "porcellum". La Corte Costituzionale ne ha sancito l'irregolarità. La partitocrazia sta correndo ai ripari. Ma l'accordo, in questi casi, è difficile da raggiungere. C è chi vorrebbe il ritorno al proporzionale puro, per evitare lo sconcio degli esosi premi elettorali a favore del partito vincente. Ma la gente comune non è particolarmente interessata alle dinamiche del sistema elettorale.La gente comune chiede alla classe politica di procedere allo snellimento degli apparati pubblici, riducendo drasticamente il personale politico che s'annida nelle istituzioni di rappresentanza centrali e periferiche. Il bicameralismo va riformato. Anche la regionalizzazione va ridimensionata e finalizzata ad un coordinamento territoriale che comprenda aree geografiche pluriregionali. Le regioni attualmente sono degli statarelli che soffrono delle stesse lentezze centralistiche delle amministrazioni centrali dello stato.Il finanziamento pubblico dei partiti, va immediatamente abolito.
Concludendo,le ricette per modernizzare la pubblica amministrazione e dare fiato all'economia, non sono di difficile esecuzione.Basta solo una normale dose di decisionismo unitamente alla  voglia di cambiare nell'interesse primario della collettività!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una sola parola :
Rivoluzione

Marione

Anonimo ha detto...

E ormai la guerra dei poveri.
Non dovremmo più pagare le tasse.
Non è assolutamente giusto assistere inermi allo scempio che si fa del denaro pubblico a discapito dei nostri figli che vivono sempre di più la frustazioni di vivere da mantenuti.

Francesco