giovedì 2 gennaio 2014
Fatti innovativi. Basta propositi evanescenti! (Attilio Fiore)
Siamo alle solite. C'è un grande chiacchiericcio sul fronte riformista, di cui fanno parte politici e studiosi costituzionalisti. Però si fanno molte analisi senza approdare a nulla di concreto.Sulla legge elettore il "pour parler"è la salsa con cui vengono conditi i dibattiti specializzati.I partiti si cimentano nell'esporre opzioni e formule anti-porcellum. La situazione, comunque, segna lo stallo più deprimente. Renzi, ultimamente, ha avanzato tre ipotesi di riforma, tra cui un sistema con un mattarellum modificato. Sono bozze su cui devono concordare le forze politiche maggiormente rappresentative. Va rilevato, in ogni caso, che la riforma dei meccanismi per le elezioni politiche, non ha senso se non è accompagnata dal superamento del bicameralismo e da un consistente abbattimento del numero dei parlamentari.Non valgono i moniti del presidente Napolitano, se la partitocrazia si ostina a non cedere i privilegi di cui gode con sprechi e lassismo.La dieta sull'eccessiva obesità degli enormi apparati istituzionali, centrali, regionali e locali, va praticata senza ulteriori indugi. E' necessario diminuire notevolmente il numero delle figure apicali delle varie carriere dirigenziali del pubblico impiego, abbassando, in parallelo, gli alti tetti retributivi. La riforma degli apparati pubblici, deve avere come obiettivo il disboscamento delle giungle retributive.Solo così si può pervenire ad un'effettiva razionalizzazione della spesa pubblica, con conseguenti effetti benefici sulla condizione debitoria dello stato.E' ora di finirla con i proclami propositivi di cui si riempiono la bocca gli esponenti della maggioranza governativa.Bisogna indossare il saio della penitenza; e portare, senza manfrine, il Paese sui sentieri di una ripresa efficace e stabile.L'europeismo teutonico va respinto con forza. L'austerità targata Germania non può soffocare ulteriormente la nostra economia. Se si continua ad accettare supinamente la politica restrittiva imposta sull'eurozona dall'UE, le conseguenze saranno fallimentari, disastrose. Nel contesto del quadro riformatore che Letta intende realizzare, va posto con priorità, un uso appropriato del rapporto con i vincoli europei.L'Italia ha l'urgenza di dare vitale ossigeno ai settori del lavoro e dell'economia. Deve farlo ribellandosi ai diktat che vengono da Bruxelles in materia di disavanzo. L'economia deve svilupparsi , reagendo alla crisi, con l'intraprendenza di iniziative imprenditoriali sganciate dai lacci delle direttive europee smisuratamente restrittive. Il dogmatismo europeista(tanto caro a Prodi e Ciampi) ha procurato tanti guai ai paesi membri dell'area mediterranea. Letta sia meno remissivo e faccia valere, nelle sedi decisionali, gli interessi primari delle popolazioni che vivono nel disagio e nella recessione!
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1 commento:
Pienamente d'accordo.
Tutto scritto bene. Ma secondo lei una soluzione quale potrebbe essere?
Vedo forma, ma niente sostanza.
Un ammiratore della sua penna.
Luigi da Ravenna
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