martedì 28 gennaio 2014

Pamphlet sintetico sull'acuirsi della crisi siciliana (Attilio Fiore)

La regione siciliana è, purtroppo, in una condizione di default. La recente bocciatura della finanziaria da parte del commissario dello stato, è il sintomo drammatico di una crisi finanziaria ed istituzionale che non ha precedenti nella storia degli ultimi decenni della Sicilia.Gli sprechi (palesi ed occulti), la dissipazione delle risorse pubbliche e l'eccessivo ricorso al clientelismo, hanno portato la Regione al disastro attuale. Le simpatiche elucubrazioni,  sulla validità della sua giunta,del presidente Crocetta, hanno, inesorabilmente,  dovuto fare i conti con la triste realtà di un bilancio deficitario. Le impugnative riguardanti ben 33 articoli della finanziaria regionale, determinano  la paralisi degli enti finanziati dalla regione ed il blocco degli stipendi del personale dipendente. La dissennata gestione della spesa pubblica regionale ha, quindi, prodotto guasti, che vanno affrontati urgentemente con l'intervento del governo nazionale.C'è, a questo punto, da fare una riflessione sullo statuto speciale, di cui gode costituzionalmente la regione siciliana.In proposito, occorre osservare che di tale statuto il popolo siciliano non ha fruito alcun vantaggio. Infatti non sono stati elaborati ed applicati i decreti attuativi previsti dallo statuto stesso. Che avrebbero consentito ai siciliani di avvalersi di un'autonomia dotata di poteri finalizzati  allo sviluppo e al benessere sociale . Invece, di fronte allo sfascio attuale, si deve amaramente affermare che le potenzialità istituzionali dello statuto speciale, sono state depotenziate dalle colpevoli timidezze della classe politica siciliana. Nella quale è prevalsa una subalternità al decisionismo centralista della partitocrazia nazionale. Insomma l'autonomia statutaria è servita alle caste della politica politicante per il conseguimento di privilegi molto parziali e clientelari, escludendo i cittadini siciliani dalla integrale e proficua attuazione delle normative statutarie. Lo statuto, approvato nel lontano 15 maggio 1946,è stato un'occasione mancata per per il progresso socio-economico dell'Isola! Adesso il sottosviluppo ha toccato profondità abissali.Nel dissestato panorama economico italiano, la Sicilia segna punti di criticità molto acuti, aggravati dal persistere del fenomeno mafioso e dalle corruttele che si annidano negli apparati pubblici.Va rilevato soprattutto lo spreco perpetrato ai danni dell'economia produttiva da un'Assemblea Regionale sovraccarica di deputati regionali (90), retribuiti, unitamente ad uno staff pletorico, con emolumenti iperbolici. Ciò a fronte di un'attività legislativa modesta e disattenta, come nel caso della recente finanziaria, respinta dal commissario dello stato. E' politicamente necessario, in un quadro di totale oscurantismo recessivo, porre in essere una iniziativa politica che ponga le basi di una fattiva strategia di bonifica e  risanamento dell'amministrazione regionale. L'on. Crocetta ne prenda atto con realismo, anzicchè prendersela con la "crudeltà sociale" delle impugnative che hanno invalidato la legge finanziaria. Una legge ritenuta sostanzialmente,incompatibile con le scarse risorse di cui dispone la regione siciliana! .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una riflessione essenziale e realistica sulle condizioni di grave crisi in cui versa la Sicilia.La politica non riesce a concretizzare iniziative valide contro le difficoltà endemiche di un Sud boccheggiante.Crocetta è solo un simpatico affabulatore. Con lui, nonostante la buona volontà, niente di nuovo! Francesco - Prizzi

Anonimo ha detto...

Attilio, la tua scrittura è scorrevole e di facile accesso. L'analisi è succinta e puntuale.Purtroppo la Sicilia soffre di problemi molto gravi. Per me è una regione bellissima ed accogliente. Andrebbe governata da politici competenti ed intraprendenti. Ciao - Giulia da Arezzo