Con l'avvento di Renzi nell'area della sinistra italiana., si sono diradate le nebbie che hanno storicamente condizionato la politica progressista di cui il Paese ha bisogno. Occorre, perciò, superare, con spinte innovative, le barriere di un resistente conservatorismo ideologico. Un conservatorismo su cui si poggiano.concezioni dogmatiche, come quelle propugnate da intellettuali retrogradi e da cattedratici di cui le università purtroppo si servono per motivi prioritariamente dinastici;che nulla hanno a che fare con la cultura liberale e laica..
Nel quadro di una retriva logica politica, si colloca l'attuale CGIL. Confederazione dal passato glorioso con Di Vittorio e Lama.
Ma, da qualche lustro,la CGIL,clericalizzata dagli assiomi integralisti di Sergio Cofferati , ha la pretesa di svolgere, in modo sempre più marcato, un ruolo correntizio di stampo postcomunista all'interno del Partito Democratico..
Con Renzi la cinghia di trasmissione con il Partito si è finalmente spezzata! Infatti, il sindacato-istituzione che chiede la concertazione con il governo, riducendo il diritto di partecipazione dei lavoratori, sta vivendo una forte crisi identitaria.
Gli sforzi contestativi che ha fatto la Camusso, lanciando anatemi contro il governo, guidato da un uomo della moderna sinistra, a lei non gradito, hanno determinato contrapposizioni interne di un certo rilievo. La Fiom, in tal senso, ha dato vita, nel dibattito congressuale di Rimini, ad una minoranza molto attiva, e strategicamente attenta ai drammatici fenomeni della crisi occupazionale
Maurizio Landini, segretario della Fiom,. pur in dissenso con le scelte governative, ha rivolto accuse pesanti all'attuale gestione della CGIL, mettendo in rilievo i fenomeni di eccessiva burocratizzazione della confederazione.
Nell'attuale dissesto congiunturale, che provoca profondi cali produttivi con conseguenti perdite di numerosi posti di lavoro, l'azione dei vertici confederali si è espressa nella ricerca di un'interlocuzione sterile con la controparte istituzionale. Si sono tralasciate, cioè, quelle forme di mobilitazione capaci di stimolare e sviluppare vertenze aziendali finalizzate alla ristrutturazione e riconversione delle attività produttive, per il mantenimento,. soprattutto, degli spazi occupazionali
Il sindacato confederale finora ha privilegiato la contrattazione con il governo, individuando nella concertazione un sistema "taumaturgico" per la soluzione delle gravissime problematiche sindacali derivanti dalla crisi recessiva. La concertazione non ha mai funzionato! Le disfatte vertenziali sono all'ordine del giorno e fanno registrare un devastante quadro di degrado in termini di disoccupazione..
Renzi chiede che il sindacato faccia la sua parte quale soggetto che ha il compito di tutelare i lavoratori. Ciò - tiene a sottolineare il premier - senza interferenze nelle scelte programmatiche a cui deve attenersi istituzionalmente il governo, sulla base del mandato fiduciario ottenuto dal parlamento.
Lo stesso Renzi sottolinea ed auspica che l'attività del sindacato si dia una gestione improntata alla trasparenza e venga svincolata dalle opacità che inducono a qualche giustificato sospetto.
Il sindacato confederale sia meno politicizzato, e torni a fare militanza con la partecipazione decisionale dei lavoratori!
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