mercoledì 28 maggio 2014

Il nuovo PD di Renzi: una risorsa validissima per rinnovare le politiche europee (Attilio Fiore)

Su questo blog qualche mese fa pronosticai che l'effetto Renzi avrebbe dato al nuovo PD, una spinta espansiva eccezionale. Ciò,con i risultati delle recenti elezioni europee,si è ampiamente verificato; provocando, peraltro, a danno dei partiti concorrenti una rilevante battuta d'arresto..
Lo stesso M5S ora è costretto a leccarsi le ferite per il mezzo flop patito, nonostante lo sbraitare inconsulto del turpiloquente Grillo.
Dal canto suo, il berlusconismo ha fatto ulteriormente registrare il suo costante declino verso la scomparsa. Una scomparsa legata anche alla decadenza senile e giudiziaria dell'ex cavaliere,ancora padrone assoluto di  FI.
E' da registrare - altresì - che l'affermazione del giovane Renzi si contrappone perentoriamente ai rigurgiti postcomunisti, che ancora persistono nelle minoranze ideologiche del PD.
Il PD,quindi, abbandona la sua origine classista per affermarsi come partito trasversale, che aggrega spontaneamente il consenso popolare di vari settori della società civile. Viene bandita con il renzismo la matrice ideologica della sinistra storica. Ciò è rilevabile dal fatto che il PD ha introitato, nel corso di questa competizione elettorale, l'approvazione dei ceti  moderati.
Adesso però il governo deve dare prova di sollecito pragmatismo, affrontando con energia i molteplici aspetti della crisi, che sembra inarrestabile. Una crisi che investe l'intero continente europeo, con la sola eccezione tedesca.
Nell'Europa che è uscita dalle urne lo scorso 25 maggio, si gioca quindi la partita decisiva per sconfiggere la recessione,  con le emergenze che ne derivano in termini di impoverimento sociale e produttivo.
Se si vuole conseguire la ripresa ed uscire dal tunnel del disagio, occorre che vengano applicate politiche progressiste che puntino al superamento delle misure restrittive. Misure che finora hanno impedito al pil di crescere, portandolo addirittura verso preoccupanti  livelli depressivi.
I movimenti antieuropeisti, rappresentati principalmente da Marine Le Pen e da Nigel Farage, saranno un'utile spina nel fianco per indebolire le  componenti integraliste che tutelano gli interessi finanziari del pangermanesimo bancario e antipopolare.
Nell'eurozona è necessario, da subito, sciogliere i lacci della deflazione e dare energia produttiva allo sviluppo ed al progresso.Ciò, soprattutto, per consentire ai popoli dell'area mediterranea di migliorare concretamente le  loro capacità imprenditoriali, elevando, nel mercato globale, le rispettive specificità competitive.
Insomma alla deriva controriformista  della destra reazionaria europea, bisogna rispondere con scelte innovative, che pongano al centro della politica dell'UE l'interesse primario dei cittadini. Vada a quel paese la logica dell'austerità! Che ha impoverito le famiglie, riducendo in modo esiziale gli spazi produttivi per le imprese che creano ricchezza ed occupazione.
Renzi, forte dell'ampio successo elettorale conseguito, ha le carte in regola per invertire le attuali politiche restrittive, trasformandole ed adattandole alle istanze di cambiamento che  vanno sempre più affermandosi nella moderna cultura europeista.
Il ruolo che l'Italia avrà nel semestre di presidenza, sarà un elemento di vantaggio, che Renzi dovrà sfruttare con forte decisionismo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Analisi molto puntuale sulla politica europea.Renzi è un personaggio che crea attorno alla sua immagine volitiva e fattiva, un vasto consenso popolare.Ciao Attilio - Agostino