Le caste, politiche, istituzionali ed intellettuali, di questo nostro Paese, indebitato e surclassato, ancora si soffermano a discutere sul superamento del bicameralismo perfetto. Ciò, mentre la crisi economica continua a demolire, impietosamente, sia le grosse aziende che i piccoli esercizi commerciali a conduzione familiare
Non pochi "sapientoni" del diritto costituzionale, attaccano accanitamente la trasformazione del senato in camera non elettiva, proposta dal governo,.nell'ambito del programma riformatore per l'ammodernamento delle funzioni istituzionali dello Stato.
Si tratta di intellettuali, che appartengono ad una cultura arcaica e conservatrice, che è del tutto inconsapevole dei problemi che vivono le fasce meno abbienti della popolazione. Attaccare Renzi sulle scelte che riguardano le innovazioni degli assetti istituzionali, è una sorta di revanscismo contro ogni proposta di modifica costituzionale che possa consentire la realizzazione di sistemi di funzionamento della cosa pubblica, più efficienti ed efficaci!
Nel merito, l'abolizione delle funzioni, che in atto svolge il senato, costituisce una svolta che darebbe alla produzione legislativa una rapidità attuativa, che finora, con il bicameralismo, è stata inficiata da farraginosità e lentezze procedurali.
Renzi eviti di dare ascolto alle voci della conservazione. Dia immediato impulso all'azione che il governo deve mandare avanti per ammodernare lo stato! Uno Stato che va, senza indugio, liberato dalla palude delle arretratezze e delle demagogie intellettualistiche!
L'Italia ha bisogno di andare avanti,in modo spedito, verso il cambiamento.Le roboanti polemiche aizzate dalla parte più retriva della sinistra e dalla contestazione nevrotica e parolaia del M5S, sono da rigettare, in quanto hanno, sostanzialmente, finalità controriformiste e retrive.
Questa nostra repubblica non può vivere nell'immobilismo e nella depressione culturale! Deve invece essere mobilitata in direzione di una costante evoluzione, che garantisca ai cittadini ed alle imprese servizi e prestazioni valide, basate esclusivamente sulla qualità e sul merito! Se le pastoie, insite nell'attuale inefficienza istituzionale, non vengono rimosse, il fallimento sarà inevitabile. Fallimento politico, morale ed economico. La corruzione politica è anche figlia di un cattivo e lento funzionamento del sistema pubblico!.
Non ci sono attenuanti per chi vuole ostacolare, con comportamenti speciosi, il cambiamento che Renzi vuole imprimere, con l'attività del suo dicastero, alle strutture istituzionali.
Lo stato attualmente funziona male. Questo cattivo funzionamento aggrava ulteriormente la crisi economica. Le autonomie locali, lungi dall'essere al servizio delle comunità, hanno dimostrato scarso senso amministrativo, dissipando, anche attraverso pratiche corruttive, risorse da destinare al miglioramento urbanistico ed ambientale. Non si sono, peraltro, sviluppate a livello di territorio, quelle opportunità che avrebbero potuto arginare i gravi effetti della recessione economica.
La sanità gestita dalle regioni si sta rivelando un vero disastro! Quindi,senza volere ridurre le prerogative costituzionali degli enti locali, occorre, anche in questo settore, avviare concretamente riforme strutturali, per consentire un utilizzo efficace della spesa, a favore della qualità della vita, specialmente nelle aree disagiate del meridione.
Renzi, vada avanti con energia con le riforme da attuare! Non si lasci frenare dai contorsionismi dogmatici delle caste, più o meno accademiche, della conservazione e dell'immobilismo. Se non c'è rottura drastica con i totem del dogmatismo dei costituzionalisti "talebani", non si potrà mai dare pratico avvio al rinnovamento ed al progresso!.
1 commento:
Analisi condivisibile. Fiore pone l'accento su una questione molto importante, che riguarda il riassetto del sistema istituzionale. Renzi non può farsi mettere sulla graticola da i professoroni che sostengono che la costituzione non debba essere mai mofificata. Il bicamelarismo, molto spesso, ritarda l'iter di approvazione delle leggi. Il senato andrebbe del tutto abolito! La riforma del bicameralismo dovrebbe essere più tagliente. Occorre evitare, cioè, che si creino situazioni che possano determinare complicazioni sulle attribuzioni da conferire al "senato riformato" Michele da Monza
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