sabato 20 febbraio 2016

Per Umberto Eco (Attilio Fiore)

Quando un uomo di vera cultura muore, lascia una traccia dura e fervida. Umberto Eco è un intellettuale che ha permeato di sè, un periodo in cui la letteratura è apparsa dimessa e poco erudita.  Egli con le sue opere narrative ha  portato il senso di una vasta conoscenza storica. Soprattutto ha posto in risalto la brillantezza del razionalismo in contrapposizione con le nebulose  e misteriche credulità medievali. Mi riferisco al suo più importante lavoro letterario: il romanzo "Il nome della rosa". Opera magistrale, il cui successo ha avuto una dimensione planetaria. Peraltro la versione cinematografica di Jean-Jacques Annaud ha validamente contribuito, con un cast eccezionale di interpreti, a dare una maggiore popolarità al romanzo.
Ci lascia quindi un uomo che in modo sobrio, senza eccessivi clamori propagandistici, ha saputo dare al patrimonio culturale dell'intera Europa, un segnale di alto pregio letterario, usando uno stile espressivo elegante, forbito ma molto efficace e coinvolgente.
Egli ha portato nella sua scrittura,la conoscenza scientifica del simbolismo comunicativo. L'arte del linguaggio era la sua materia di insegnamento accademico. E' stato un teorico della semiologia (studio dei linguaggi verbali).
Purtroppo, in presenza della crisi della lettura dei libri di prosa, occorre sottolineare che, attualmente, autori come, Umberto Eco, se ne trovano pochi negli scaffali delle librerie. La crisi del libro stampato trova, nella diffusa scarsezza di valori, una spiegabile motivazione.
Leggere Umberto Eco non è un passatempo, come leggere uno dei tanti mediocri ed effimeri autori imposti dalle holding editoriali. Leggere Umberto Eco è una stimolante esperienza culturale.
Nel giorno del suo trapasso, è doveroso soffermarsi sulla sua memoria umana ed intellettuale. La sua figura simpatica e disponibile rende il ricordo pacato, affettuoso.
Certamente, nella storia della letteratura mondiale, il suo lavoro di militante  culturale farà scuola.
Ciao, Umberto Eco. Ciao, maestro, e grazie!

mercoledì 10 febbraio 2016

Sole fatuo ( Attilio Fiore)

Non ci sono più equinozi
nelle stagioni dell'anima.
Ed il pensiero volge verso
le inconsistenze grigie
di attese improbabili,
di richiami esausti.

Soffia un vento d'Africa
nelle temperie di questo bivacco,
tra realtà e sogno,
tra luce e buio.

Sulle speranze infrante
contro gli scogli dell'apatia,
si consumano gli orrori
delle umane nequizie.

Si strugge il cuore,
mentre il mare copre
le malvagità dentro i riflessi
del sole fatuo.....